Un saggio disse:
Ho visto (incontrato) un uomo cieco che chiedeva alla gente (chiedeva l'elemosina) dicendo:
Un debole, un meschino , un povero... (queste parole sono con la "tanuin fathah ًًـا ", e quindi nella grammatica araba assumono la funzione di complemento oggetto مَفعول بِهِ , in realtà essendo nomi (aggettivi) che si trovano a inizio frase dovrebbero essere al nominativo "tanuin dhammah ٌ " , perchè dovrebbero rappresentare il soggetto, ma l'uomo diceva cosi.
Allora gli dissi: hei tu, perchè all'accusativo?
E lui disse : sottintendendo il verbo "Abbiate pietà/ impietositevi"
Allora il saggio disse: presi tutto quello che avevo di soldi, e glieli diedi con gioia, per la sua perspicacia.
Conclusione : I saggi, i poeti ed i letterari nel mondo arabo antico, erano sempre ben felici di sentire e di apprezzare tutti i giochi di parole, che si possono avere con le parole, le particelle e le frasi, senza mai violare le regole della grammatica.